Le non profit e i Social Network

Blogmeter, la piattaforma di monitoriaggio social ha presentato lo scorso mese un report sull’utilizzo dei social da parte delle associazioni non profit, relativo al periodo Gennaio-Aprile 2015. Diamo un’occhiata agli interessanti dati che sono emersi da questa analisi.
La ricerca si suddivide in quattro parti: analisi della presenza social di 40 organizzazioni non profit, coinvolgimento degli utenti sulle pagine social ufficiali, analisi delle campagne #hashtag di maggior successo, presenza di testimonial nelle campagne.

Quali sono stati gli argomenti più discussi?
Nei quattro mesi presi in esame sono stati pubblicati più di sette mila post al giorno (per un totale di quasi 750.000 post): l’organizzazione che ha avuto il maggior numero di conversazioni attive è stata l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), seguito da Caritas, Croce Rossa Italiana, Lega Nazionale per la Difesa del Cane e Legambiente. Da notare come in molti casi le conversazioni sono legate alla politica, come ad esempio Matteo Salvini che criticando spesso la Caritas ne aumenta le citazioni sui social.
Per quanto riguarda i temi più discussi troviamo l’Expo2015, inaugurata lo scorso maggio e al centro di campagne di Slow Food, Banco Alimentare e FAI. Anche l’epidemia di ebola nei Paesi africani ha avuto ampio riscontro social, specialmente per quanto riguarda la guarigione del medico di Emergency e la comunicazione della riapertura delle scuola da parte di Save the Children.

Su Facebook the winner is…
Abbiamo appena visto gli argomenti di maggior successo sui social nei primi 4 mesi del 2015, ma i temi trattati non ricalcano necessariamente il successo di un’organizzazione in termini di interazioni. Ed infatti anche in questo caso troviamo come le associazioni con il maggior numero di interazioni non sono quelle che hanno avuto anche il maggior numero di post o citazioni. Dal report di Blogmeter emerge come a farla da padrone su Facebook sono soprattutto le associazioni animaliste: la diffusione di una cultura vegetariana/vegana, le campagne di sensibilizzazione in momenti particolari dell’anno (esempio la Pasqua con gli agnelli), la denuncia dei test sugli animali, sono tutti argomenti con ampia diffusione, sicuramente la foto di un cucciolo viene condivisa molto più facilmente rispetto ad altri tipi di post o immagine. Come diciamo sempre ai nostri clienti la comunicazione social deve fare leva sulla comunicazione “emozionale” per ricercare il maggior numero di condivisioni possibili.

E su Twitter?
In Italia Twitter al momento ha una diffusione minore rispetto a Facebook e spesso nell’immaginario collettivo viene associato ad attività meno “ludiche” rispetto al colosso di Zuckerberg. Certo è che se su Facebook molte condivisioni sono di tipo goliardico, su twitter grazie agli #hashtag possono essere seguite vere e proprie discussioni sui più disparati argomenti di cronaca e non. La diffusione di questo tipo di comunicazione, dati alla mano, rende questo social network il primo per il numero di interazioni sui tweet di associazioni di tipo umanitario. I profili con maggio seguito sono quelli di Emergency, Greenpeace, Unicef e Amnstey International. Nel periodo di riferimento, invece, il profilo con il maggior numero di interazioni è stato quello della Comunità di Sant’Egidio.

Le campagne di maggior successo
Come detto in precedenza Twitter viene spesso utilizzato per il lancio di campagne a scopo sociale, sfruttando il meccanismo degli #hashtag. La campagna di maggior successo è stata quella di #Allacciamoli per contrastare l’omofobia e ha coinvolto o campioni del calcio. Altra campagna di successo è stata #DifendiAMOgliUlivi promossa da organizzazioni non profit pugliesi contro l’abbattimento degli alberi di ulivo, anche in questo caso con la partecipazione di testimonial del mondo dello spettacolo. Vediamo quindi che la scelta dei giusti tesimonial per la promozione di campagne social è strategica e deve tenere conto del “bacino di utenza” della pagina del testimonial, la sua presenza attiva in rete e ai valori di cui è generalmente promotore.

Conclusioni
I dati della ricerca mettono in evidenza come lo studio e l’analisi di marketing e comunicazione siano fondamentali sia in fase di pianificazione di una campagna che nella fasi successive per capire le strategie che hanno portato i migliori risultati.
Da tenere inoltre in considerazione come i due social presi in esame possano essere destinati a scopi diversi (campagne di sensibilizzazione con coinvolgimento di testimonial per Twitter e comunicazione “emozionale” su Facebook) e sono quindi tra loro complementari. Ovviamente scopi diversi implicano strategie diverse per ogni pagina social!

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