Guida alla Scelta dei Giusti Strumenti di Digitalizzazione per le Organizzazioni Non Profit

Nell’epoca dell’innovazione digitale, le organizzazioni non profit si trovano di fronte a una scelta cruciale: quale strumento di digitalizzazione adottare per ottimizzare le proprie operazioni e massimizzare l’impatto sociale? La decisione non è da prendere alla leggera, poiché la scelta dei giusti strumenti può fare la differenza tra una gestione efficiente e un’opportunità mancata. In questo articolo, esploreremo le caratteristiche chiave da cercare in un software per organizzazioni non profit e come MyFundraising si adatta perfettamente a queste esigenze.

Versatilità e Adattabilità

Ogni organizzazione non profit è unica, con esigenze e obiettivi diversi. Pertanto, la versatilità e l’adattabilità sono caratteristiche fondamentali da cercare in uno strumento di digitalizzazione. Il software dovrebbe poter essere personalizzato per rispondere alle esigenze specifiche dell’organizzazione, consentendo di gestire tutto, dalle donazioni alla gestione dei volontari, in modo fluido e integrato.

Interfaccia Intuitiva ed Esperienza Utente

La digitalizzazione dovrebbe semplificare, non complicare. Un’interfaccia intuitiva e un’esperienza utente piacevole sono elementi essenziali per garantire che il personale dell’organizzazione possa utilizzare il software con facilità. Un’interfaccia ben progettata riduce la curva di apprendimento e permette al personale di concentrarsi sulle attività principali anziché su complesse procedure di utilizzo.

Sicurezza dei Dati

Le organizzazioni non profit trattano spesso con dati sensibili, come informazioni personali dei donatori o dei volontari. Pertanto, la sicurezza dei dati è di importanza cruciale. Uno strumento di digitalizzazione affidabile dovrebbe offrire robuste misure di sicurezza, inclusa la crittografia dei dati, il controllo degli accessi e la conformità alle normative sulla privacy.

Integrazione con Altri Strumenti

Spesso, le organizzazioni non profit utilizzano una serie di strumenti diversi per gestire le loro attività. Uno strumento di digitalizzazione efficace dovrebbe essere in grado di integrarsi senza problemi con altre piattaforme utilizzate dall’organizzazione, come software di contabilità o di gestione eventi. Questa integrazione semplifica il flusso di lavoro e riduce la necessità di duplicazione dei dati.

Rapporto Qualità-Prezzo

La scelta di uno strumento di digitalizzazione dovrebbe essere considerata come un investimento. È importante valutare il rapporto qualità-prezzo, considerando sia il costo del software che i benefici derivanti dall’adozione. Uno strumento di digitalizzazione efficace dovrebbe offrire un valore tangibile attraverso l’ottimizzazione delle operazioni e l’aumento dell’efficacia.

In conclusione, la scelta dei giusti strumenti di digitalizzazione è essenziale per il successo delle organizzazioni non profit. Con le caratteristiche chiave come versatilità, sicurezza dei dati e integrazione, MyFundraising si presenta come la soluzione ideale per ottimizzare le operazioni e creare un impatto sociale significativo.

Se desideri saperne di più su come MyFundraising può supportare la tua organizzazione non profit, non esitare a contattarci. Siamo qui per aiutarti a creare un futuro più luminoso attraverso la digitalizzazione.

L’Impatto della Digitalizzazione nel Terzo Settore

Nell’era moderna, la digitalizzazione è un termine che risuona potente in vari settori. Nel terzo settore, la digitalizzazione sta guadagnando terreno come un catalizzatore del cambiamento, aprendo nuove opportunità per le organizzazioni non profit di creare un impatto più profondo e duraturo. In questo articolo, esploreremo come la digitalizzazione sta rivoluzionando il terzo settore e come l’adozione di strumenti digitali può migliorare l’efficienza operativa, amplificare l’engagement e portare a un maggiore impatto sociale.

Digitalizzazione e il Terzo Settore: Una Sinergia Potente

La digitalizzazione nel terzo settore va oltre la semplice implementazione di tecnologie. È un approccio strategico alla trasformazione delle operazioni e delle interazioni delle organizzazioni non profit. Mentre il terzo settore si impegna a rispondere alle esigenze complesse della società, la digitalizzazione offre un mezzo per farlo in modo più efficiente ed efficace.

Migliorare l’Efficienza Operativa

Uno dei vantaggi più evidenti della digitalizzazione è la possibilità di migliorare l’efficienza operativa. La gestione manuale di processi, dati e comunicazioni può essere complessa e dispendiosa in termini di tempo e risorse. L’adozione di strumenti digitali consente di automatizzare tali processi, riducendo gli errori e liberando il personale da compiti manuali. Ad esempio, la gestione delle anagrafiche dei donatori, dei volontari o dei membri dell’organizzazione può essere semplificata attraverso sistemi digitali che consentono di tenere traccia in modo accurato e senza sforzo.

Amplificare l’Engagement e la Comunicazione

La digitalizzazione crea ponti di comunicazione più solidi tra le organizzazioni non profit e il loro pubblico. I canali digitali, come i social media e le piattaforme di email marketing, consentono alle organizzazioni di raggiungere un pubblico più ampio e di condividere la loro missione in modo coinvolgente. Gli strumenti digitali offrono la possibilità di creare contenuti coinvolgenti, come storie di successo, video ispiranti e campagne di sensibilizzazione. Queste iniziative possono attirare l’attenzione di nuovi sostenitori, creare un senso di comunità e mobilitare azioni concrete.

Raccogliere e Analizzare Dati per un Impatto Migliore

I dati sono un tesoro nel terzo settore, ma la loro gestione può essere una sfida. La digitalizzazione semplifica la raccolta e l’analisi dei dati, consentendo alle organizzazioni non profit di ottenere una panoramica più chiara delle proprie attività e del loro impatto. Attraverso l’analisi dei dati, le organizzazioni possono identificare tendenze, misurare risultati e prendere decisioni informate. Questo approccio basato sui dati permette di adattare le strategie e ottimizzare le attività per ottenere risultati ancora migliori.

La Via Verso un Maggiore Impatto Sociale

L’obiettivo finale della digitalizzazione nel terzo settore è quello di creare un impatto sociale più profondo e significativo. La capacità di raggiungere un pubblico più vasto, coinvolgerlo in modo più diretto e misurare l’efficacia delle iniziative consente alle organizzazioni non profit di massimizzare il valore delle loro attività. La digitalizzazione apre anche nuove opportunità di collaborazione e di partnership attraverso la condivisione di informazioni e risorse online.

In conclusione, la digitalizzazione sta trasformando il terzo settore in modi sorprendenti. L’adozione di strumenti digitali può migliorare l’efficienza operativa, amplificare l’engagement e portare a un maggiore impatto sociale. Mentre le organizzazioni non profit si impegnano a rispondere alle sfide della società, la digitalizzazione offre un veicolo per farlo in modo più efficace e significativo. Per le organizzazioni non profit che cercano di massimizzare il loro impatto, la digitalizzazione rappresenta una strada chiara verso il successo duraturo.

Strumenti finanziari per il Terzo Settore: ne abbiamo parlato alla Conferenza regionale del Terzo settore

Quello dell’accesso al credito e gli strumenti finanziari per il Terzo Settore è tema di assoluta attualità, anche alla luce delle novità introdotte dalla Riforma del Terzo Settore, sia con il Codice del Terzo settore, sia con il decreto sull’impresa sociale.

Si aprono nuovi scenari di finanziamento per gli ETS e per l’impresa sociale in particolare, laddove soprattutto tali enti si orientano maggiormente al mercato e decidono di investire in innovazione andando ad intercettare nuove soluzioni di capitale di debito (come i titoli di solidarietà, i social bond, i green bond ecc.) e di capitale di rischio (agevolazioni riservate a chi investe in una nuova impresa sociale, equity crowdfunding).

L’equity crowdfunding in particolare sta diventando in Italia un fenomeno non più di nicchia, con uno sviluppo esponenziale nel corso del 2018, stando ai dati del Crowdfunding Report 2018 prodotto da Starteed, di cui abbiamo dato conto in una recente news.

Si tratta di un fenomeno interessante anche perché oggi aperto non solo alle start up innovative e alle PMI innovative ma a tutte le PMI e in ragione delle disposizioni della Riforma del Terzo Settore, sarà – una volta emanato un apposito decreto attuativo – a disposizione dell’impresa sociale come leva di sviluppo.

Alla Conferenza regionale toscana del Terzo Settore svoltasi lo scorso 9 febbraio a Firenze al Mandela Forum, ce ne siamo occupati coordinando uno dei tavoli impegnati su tale tematica. Si tratta senza dubbio di un terreno nuovo su cui l’intero terzo settore (specie quello non market oriented) deve crescere, ma denso di opportunità che diversificano le fonti di investimento per il nonprofit. Si tratta di meccanismi che potenzialmente sono in grado di intercettare la comunità in modo diffuso.

A questo link il documento di sintesi preparatorio sul tema 9. Accesso al credito e strumenti finanziari per il terzo settore

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Quanto costa una campagna di donor automation?

Forse non sai cos’è la donor automation.

È un sistema che permette di mantenere una comunicazione continua con i propri contatti e donatori (o potenziali tali), mediante invio ad indirizzario proprietario di comunicazioni email pianificabili ad intervalli temporali prestabiliti e pre-impostate sulla base di un progetto di invii diversificati nel contenuto in base al comportamento utente manifestato sugli invii precedenti.

Cioè, se non hai una newsletter, la devi avere, ma non è donor automation.

Se non hai un sistema di invio massivo per la newsletter, devi averlo, ma non sei ancora alla donor automation.

Se non basi le tue newsletter sulle statistiche di ricezione, devi farlo, ma non sei ancora alla donor automation.

Potresti basare l’invio delle tue newsletter sul comportamento di ciascuno dei tuoi utenti e performare al meglio i tuoi obiettivi di comunicazione e raccolta fondi. È un obiettivo questo da perseguire e con la donor automation puoi avere tutto questo in un unico strumento.

Clicca qui per sapere quanto ti costa »

Come cambiano le donazioni. E quelle della tua organizzazione?

Spesso da consulenti quando sollecitiamo all’integrazione di sistemi di donazione online, ci sentiamo dire frasi come “…ma i nostri donatori sono in prevalenza anziani, non donano online”, o se indichiamo di fornire online le informazioni del bilancio, ci sentiamo dire frasi come “…ma noi già lo facciamo, lo approviamo in Assemblea dei soci”.

Il cambiamento non è mai facile, anche se desiderabile e desiderato, implica una modifica di abitudini e talora anche di modi di pensare e agire. Tuttavia le cose cambiano anche attorno a noi, che lo vogliamo o meno. E non voler accettare che questo avvenga e che occorre leggere il cambiamento e definire una strategia di adattamento, è una strategia miope. Ciò vale anche per la raccolta fondi, dove è possibile tuttavia avere qualche interessante indicazione sui trend.

Come riporta un recente articolo apparso su Vita.it “Il comportamento dei donatori italiani, però, è in evoluzione continua. Oggi assistiamo ad un forte aumento della digitalizzazione delle relazioni che condiziona anche le modalità di donazione. In Italia quasi tre quarti della popolazione è online (43 milioni di persone), con 34 milioni di utenti attivi sui social media (Report Global Digital 2018); l’83% degli internauti è un donatore – ossia una persona che almeno una volta all’anno ha sostenuto un progetto a finalità sociale – con una donazione media annuale di circa €90 (Donare 3.0 – Doxa Duepuntozero con Rete del Dono e PayPal)”.

Prendiamo un altro segmento, sempre più interessante da sviluppare per la raccolta fondi, quello dei lasciti testamentari. “La generosità degli italiani non conosce crisi e aumentano i connazionali che scelgono di sostenere, con un lascito solidale, progetti e iniziative di organizzazioni no profit impegnate nel fornire un aiuto a chi vive in condizioni di difficoltà.” – riporta un comunicato stampa dello scorso dicembre del Comitato Testamento Solidale, una rete di grandi organizzazioni nonprofit che fondano le loro strategie di entrata sulla raccolta fondi. “Si stima – prosegue la nota – che, dal 2012 ad oggi, il valore economico dei lasciti solidali per il 33,3% delle organizzazioni no profit abbia subito un incremento fino al 10%, tra il 10% e il 20% per l’11% delle associazioni e tra il 20% e il 30% nel 5,56% dei casi.”

Ora che è più chiaro che anche la raccolta fondi evolve, ecco le 7 cose che anche la tua organizzazione dovrebbe fare fin da subito:

  1. Lavorare all’interno dell’organizzazione per sviluppare una cultura del cambiamento che generi atteggiamenti e comportamenti organizzativi (oltre che individuali) pro-attivi al cambiamento, superando le naturali resistenze al cambiamento, i comportamenti conservativi che minano la capacità dell’organizzazione di rinnovarsi
  2. Formare le persone, acquisire nuove competenze, aumentare la consapevolezza e la conoscenza organizzativa (in questo caso relativamente alla raccolta fondi) sono tutti elementi che rappresentano ancora oggi una tra le modalità più efficaci per accompagnare adeguatamente il cambiamento.
  3. Attivare percorsi di networking con altre organizzazioni. Generalmente le organizzazioni (anche nonprofit) che atthttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg reti e rapporti di partnership sono più dinamiche, accedono con più facilità alle novità che il contesto di riferimento propone loro, sono maggiormente capaci di adeguarsi al cambiamento facendo leva su una cultura più aperta e meno conservativa
  4. Informarsi e approfondire per restare aggiornati. Avere informazioni sui trend, aiuta a riflettere rispetto ai cambiamenti di fondo che interessano la raccolta fondi. L’aggiornamento normativo, pur necessario, ad esempio in materia di agevolazioni o di privacy dei donatori, non esaurisce il debito informativo. Saper valutare i trend in atto, aiuta a definire programmi di lungo periodo più capaci di adattare l’organizzazione al cambiamento.
  5. Ricercare. Le ricerche statistiche e le indagini di terzi, quelle ad esempio sui trend generali che abbiamo riportato sopra, non possono essere estere all’universo delle organizzazioni e un trend non è una legge di natura. Per questo è indispensabile comprendere sempre di più chi sono i nostri donatori. Per questo è necessario avere un solido database donatori e acquisire attraverso indagini specifiche e mediante strumenti automatizzati, il comportamento del donatore
  6. Sperimentare soluzioni di raccolta fondi nelle aree su cui i trend dimostrano di avere le migliori performance, compatibilmente con la natura e l’operatività dell’organizzazione, ma senza escludere a priori nuove soluzioni o nuovi ambiti di azione
  7. Pianificare obiettivi di lungo periodo oltre che traguardi di breve termine, ad esempio attivando strategie pluriennali sull’area digital o sui testamenti solidali, pone l’organizzazione di fronte all’esigenza di superare una modalità emergenziale di raccolta fondi e porsi nell’ottica della sostenibilità nel tempo della propria azione.

Come potenziare il tesseramento associativo con la Donor Automation

In prossimità della fine dell’anno, le associazioni riprogrammano le attività di tesseramento che propongono ai propri iscritti e alla cittadinanza. Il tesseramento per un’associazione non è solamente un’importante occasione di raccolta fondi, ma una vera e propria attività di coinvolgimento dei propri iscritti e dei potenziali associati per far conoscere chi si è e cosa si fa.

Molti utilizzano il direct mailing con spedizione di una comunicazione cartacea e di un bollettino postale per il rinnovo, altri una strategia fondata sul ‘porta a porta’ consegnando direttamente la tessera o dando la possibilità di un rinnovo differito tramite bollettino o altro versamento, altri associano più strategie, incluse quelle digitali, in particolare attraverso il mailing.

Qualunque sia la vostra strategia pensiamo che la ‘donor automation’ possa essere una valida soluzione da integrare alla vostra modalità principale.

La donor automation è una modalità di comunicazione personalizzata che, grazie ad una pianificazione di invii successivi di comunicazioni (es. per email) risponde al comportamento utente. Nel nostro caso sarebbe utile impostare una campagna con comunicazioni successive che ad esempio raccontino che cosa l’associazione fa e perché è importante associarsi, quali sono stati i principali risultati e quali invece le sfide di fronte, invitando ad unirsi al gruppo di soci per conseguire i risultati attesi, sollecitare chi ancora non ha rinnovato ecc. Il comportamento utente sarà diverso. Ad esempio potrebbe aprire la mail e rinnovare la tessera online, oppure non aprirla alla prima comunicazione ma ad una successiva. Potrebbe utilizzare il bollettino postale ecc. Anche il versamento con la donor automation è tracciabile perché può essere aggiornato manualmente se la tessera è pagata direttamente in contanti, oppure viene tracciato in automatico il versamento online o con bollettino postale con codice di tracciamento prestampato. Il tutto con il vantaggio di avere un quadro non solo statistico degli invii di email, ma anche personale, utente per utente, cosa che per il tesseramento ha davvero una rilevanza notevole.

Su Myfundraising.it puoi fare il preventivo gratuito della tua campagna di donor automation per il tesseramento, scaricando il preventivo senza impegno sulla tua posta elettronica. Chiedici come fare info@myfundraising.it

Il Natale si avvicina, anche per fare fundraising!

Ogni anno nel periodo estivo ricordiamo come si avvicini a grandi passi il Natale. Fa un po’ strano parlarne quando ancora siamo sotto l’ombrellone, ma molte associazioni e nonprofit hanno già progettato da alcuni mesi la loro prossima campagna di Natale. Anche l’anno scorso avevamo messo in allerta le non profit che ci seguono, già a luglio con questo articolo….quest’anno vi abbiamo fatto fare le ferie, ma adesso non ci sono più alibi, pensiamo al Natale!

Quest’anno vi proponiamo un’idea che potrete integrare in ogni campagna di Natale che state immaginando, su cui se vorrete possiamo aiutarvi con soluzioni mirate!

La prima è quella di avviare una campagna nurturing a sostegno della raccolta fondi. Vi chiederete certamente che voglia dire ‘nurturing’. Partiamo da un punto essenziale: se volete conquistare i vostri donatori, solo una parte di essi probabilmente nella prossima campagna di Natale (che facciate un banchetto, una cena solidale, un concerto, una raccolta online, un’asta benefica ecc.) sarà un nuovo donatore, acquisito proprio in questa occasione. La maggior parte solitamente appartiene a quella categoria di donatori fidelizzati con cui avete rapporti da anni e che conoscete bene. Sicuramente però avrete nelle vostre liste di donatori anche coloro che da tempo non stanno donando, coloro che hanno magari avuto solo contatti sporadici, chi ha diminuito la propria donazione ecc. ecc. In tutti questi casi dovrete adottare comportamenti diversi. Non si tratta solo di acquisire o di fidelizzare, entrambi gli obiettivi presentano una molteplicità di situazioni e di comportamenti. La vostra strategia di fundraising dovrebbe adattarsi a questi diversi comportamenti per essere più efficace.

Pensate ad esempio alle comunicazioni promozionali della vostra campagna di Natale. Quante email inviate? A chi? Tutte insieme? Tutte uguali? Non trascurate questo aspetto della comunicazione. Pensate ad integrare i media a seconda dei vostri target (non dimenticate le comunicazioni cartacee, la promozione generalista sui media che raggiungono il vostro pubblico di riferimento, ma anche l’online!). Pensate però a diversificare la vostra comunicazione, non pensate che questo sia un lavoro inutile, accessorio o riservato solo ad organizzazioni iper organizzate e che voi non avete mezzi e possibilità di farlo. Oppure che, al contrario, i vostri operatori o volontari sanno già fare tutto e non si può fare meglio o di più. Provare a mettersi un po’ in discussione talora aiuta a migliorare o quantomeno a non replicare errori fatti in passato.

L’idea che pensiamo possa innovare davvero la vostra campagna di Natale, è l’applicazione delle strategie della cosiddetta marketing automation. Questa è uno strumento che permette di avere una comunicazione continua con i propri soci e donatori (o potenziali), basata sui loro comportamenti e le loro preferenze: tramite la creazione di apposite condizioni di invio e filtri è possibile segmentare in maniera dettagliata le liste email dell’organizzazione e automatizzare l’invio di email o sms solo al target migliore per quel tipo di informazione. Il miglior modo per «relazionarsi» con i sostenitori ed avere un database sempre aggiornato con i propri donatori. Il tutto partendo da un semplice indirizzo email.

Questi strumenti vi permettono di:

  • fare una importazione di liste di indirizzi email (dal vostro indirizzario a cui proporrete la campagna di Natale)
  • Creazione TAG e campi personalizzati per segmentazione delle liste (in modo tale che possiate poi fare comunicazioni più ‘personalizzate’)
  • Gestione TAG automatizzata in base al comportamento utente (se ad esempio avete i regali solidali di Natale sul vostro sito web, potete tracciare chi vi acquista online e non inviargli ulteriori comunicazioni per sollecitare l’acquisto dei regali, dato che lo ha già fatto!)
  • Integrazione con il sito web per il tracciamento dell’utente e delle donazioni (terrete così lo storico del comportamento del singolo donatore e capirete cosa proporre anche per il futuro…)
  • Tracciamento donazioni online, tramite bollettino postale. Avrete di fatto un database aggiornato!

 

Non ultimo la possibilità di fare campagne nurturing di email marketing con invii successivi di comunicazioni pre-impostate e pianificabili. Nurturing significa nutrimento, nutrimento per i vostri donatori di comunicazioni e sollecitazioni alla donazione sull’obiettivo della vostra campagna di Natale. Facciamo un esempio: potreste impostare un ciclo di email da inviare nell’arco di un mese che si differenziano a seconda ad esempio se l’utente apre o non apre la comunicazione che gli inviate o se ad esempio dona con il bollettino postale o meno. Inoltre, se ha già effettuato la sua donazione per la campagna di Natale, potreste proporre una email differenziata (non ancora una volta dona per questo Natale!), di invito a inviare ai propri amici e conoscenti la mail della campagna, in modo da farlo diventare il vostro personal fundraiser!

Insomma, avete capito, qualunque obiettivo abbia la vostra campagna di Natale, qualunque iniziativa od evento vogliate organizzare, potrete abbinare questo sistema per potenziare la vostra capacità di sensibilizzare e convincere i vostri contatti a donare!

Perché dovresti avere uno shop online per i regali solidali?

Molte organizzazioni nonprofit organizzano banchetti solidali in occasione di mercatini e feste locali, proponendo ai propri donatori piccoli gadgets, o piccoli lavori e manufatti talora realizzati con la collaborazione degli utenti dei loro servizi.

Le grandi organizzazioni nonprofit hanno organizzato veri e propri set di gadgets o materiali vari personalizzati con logo e grafica dell’associazione. Una sorta di catalogo vero e proprio di regali solidali. Spesso ne sentiamo parlare in occasioni speciali dell’anno, ad esempio per il S.Natale, ma ormai in occasione di molte ricorrenze, da San Valentino, alla festa della Mamma, alla S.Pasqua ecc. troviamo un’offerta personalizzata di regali solidali. Così come per eventi personali quali compleanni, battesimi, prime comunioni, matrimoni, lauree…

Anzitutto dobbiamo organizzare la parte di produzione e distribuzione dei regali solidali. E’ importante essere pronti sia ad avere la disponibilità di cartoline piuttosto che tazze o t-shirt in quantità e qualità adeguate, avere un piano di promozione dei regali solidali, fare promozione sulla rete corporate, e organizzare anche le spedizioni!

Ma avere tutto questo e non avere un sito web dove poter mostrare i regali solidali e poterli mettere a disposizione online ai propri donatori, è un problema.

Le statistiche sul commercio online e sulla propensione degli utenti a fare acquisti e donazioni online è costantemente in crescita, alcuni dati addirittura con aumenti a doppia cifra percentuale anno su anno. Questo significa che le persone sono sempre più tendenzialmente portate a acquistare online. Pensate che non faranno acquisti online di gadget solidali? Provate, magari anche incentivando l’acquisto, facilitando l’ordine e la spedizione…

E se sei interessato ad implementare questa opportunità per la tua associazione richiedici ora maggiori informazioni »

Il sito web ottimizzato per raccogliere fondi online

Il sito web associativo non è più solo una vetrina informativa, richiede di essere aggiornato costantemente ed orientato a rispondere in ogni sua pagina ad obiettivi precisi di coinvolgimento degli utenti. Sappiamo come la moderna concezione dei siti web è diretta a generare conversioni in ogni pagina rispetto ad obiettivi puntuali, ad esempio l’iscrizione ad una newsletter per raccogliere contatti e mantenere relazioni costanti con i propri utenti online, fino ad arrivare alla donazione online attraverso carta di credito o paypal.

Sicuramente molti di coloro che stanno leggendo dubiteranno subito della necessità e dell’urgenza di dotarsi di un sito web con funzionalità ottimizzate per la donazione online, ritenendo che i propri donatori sicuramente non donano online.

Sbagliato! Saranno travolti dalla trasformazione digitale. Vi sono almeno due ragioni per orientarsi al digital fundraising, fin da ora e senza indugi. La trasformazione digitale travolgerà tutti gli ambiti, peraltro è già così oggi e la tendenza è sempre più forte. Sempre più spesso gli utenti prima di assumere una decisione di acquisto o di donazione effettuano ricerche per informarsi, per formare la propria opinione e raccogliere elementi utili per poter passare all’azione! Inoltre, i ritmi di crescita che hanno le donazioni online ci dicono come questa sarà senz’altro una tra le modalità privilegiate nel prossimo futuro.

 

Come Myfundraising abbiamo sviluppato alcune soluzioni web ottimizzate per la donazione online, facilmente personalizzabili da associazioni ed enti nonprofit. Si tratta di modelli di siti web accessibili anche da un punto di vista della sostenibilità economica, rapidamente implementabili e dalla struttura standardizzata. Abbiamo immaginato di inserire le sezioni essenziali che servono per rappresentare adeguatamente le varie attività dell’associazione e la sua missione e incoraggiare i donatori a mantenere il contatto e a fare la propria donazione online. Ecco qui alcuni esempi.

Qui sotto l’home page di un sito dedicato ad organizzazioni che operano nell’ambito della disabilità. Naturalmente foto, testi e informazioni sono totalmente personalizzabili, mentre la struttura è fissa. Tutto è traducibile in italiano.

Ancora, vediamo la pagina di donazione. Essa offre immediatamente al donatore (non compare la parte alta della pagina, dove possono essere inserite immagini e descrizioni relative ai progetti su cui poter effettuare la donazione), la possibilità di fare la propria donazione online, scegliendo tra più opzioni di donazione e accedendo subito alla pagina di pagamento.

Cominciare a fare fundraising online passa anche (e soprattutto) da un sito web che offre tale opportunità e nasce già ottimizzato per raccogliere donazioni!

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Il crowdfunding per il ‘durante e dopo di noi’

Ne stiamo parlando nell’ambito del corso di formazione organizzato da CESVOT e Scuola Superiore Sant’Anna sul durante e dopo di noi, giunto alla sua seconda edizione. Il fundraising e il crowdfunding per il dopo di noi può essere una strategia che si integra allo sviluppo di un finanziamento pubblico e ad una gestione adeguata di carattere patrimoniale.

“Scopo del corso, promosso da Cesvot e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa,” – spiega una nota di CESVOT – “è rafforzare la capacità di intervento delle associazioni impegnate nell’ambito del “durante e dopo di noi” su due ambiti specifici: la progettazione sociale e la raccolta fondi.

La formazione sulla progettazione sociale si pone l’obiettivo di aiutare i partecipanti, partendo dalle teorie di riferimento del processo progettuale in ambito sociale, a sperimentare i principali strumenti di lavoro, anche di tipo informatico, per la stesura di un progetto. La formazione sulla raccolta fondi si pone l’obiettivo di affrontare con i partecipanti motivazioni, strategie e soluzioni tecniche della raccolta fondi nelle sue diverse forme più tradizionali e più innovative, incluse soluzioni digitali, ad applicare ad iniziative e progetti nell’ambito del “durante e dopo di noi”.

Recentemente abbiamo analizzato due progetti di crowdfunding di organizzazioni che si occupano di ‘dopo di noi’ e che hanno realizzato una campagna nella forma reward based, con cofinanziamento di una fondazione erogativa. Si tratta di due progetti di piccola dimensione in termini monetari, ma ugualmente interessanti. Entrambe le organizzazioni hanno conseguito il loro obiettivo di raccolta. Tuttavia, la modalità di ottenimento del risultato ricalca ampiamente le modalità tradizionali di raccolta fondi, non le tipiche modalità del crowdfunding. In effetti, le organizzazioni tendono ad interpretare il crowdfunding per finalità di raccolta tradizionali (nei casi citati, una ristrutturazione della casa). Ma questa modalità davvero è da ritenersi adeguata? Il dopo di noi è una causa particolarmente delicata e mette in gioco processi familiari e di relazioni tra diversi stakeholder territoriali di medio-lungo periodo. Il crowdfunding oggi viene interpretato solamente come modalità per raccogliere donazioni. In effetti, tra le modalità esiste anche il lending e l’equity, rispettivamente diretti a raccogliere prestiti e capitale. Provate ad immaginare un’impresa sociale srl che raccoglie capitale diffuso sul territorio ove opera con un progetto di dopo di noi, al fine di integrare la gestione patrimoniale delle famiglie e i contributi pubblici sugli investimenti, facendolo diventare un progetto di comunità su cui alimentare una responsabilità diffusa. Si tratta di immaginare il futuro fuori dagli schemi!

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