Donazioni ai terremotati: tante iniziative, serve trasparenza

Il dolore in questi giorni è immenso, non riusciamo a staccarci dagli speciali in tv e dall’hashtag #terremoto sui social network per avere aggiornamenti in diretta, catturare immagini della devastazione e dei soccorsi, contare – purtroppo – il numero crescente delle vittime. Ma come spesso accade in occasione di questi tragici eventi, l’esperienza del dolore si accompagna a quella della generosa solidarietà che tanti volontari e semplici cittadini dimostrano in mille modi diversi.

Vogliamo dedicare questo articolo a questo, raccontando, a poche ore dal sisma, le prime iniziative di solidarietà che sono state intraprese. Lo facciamo non per arricchire una cronaca già intasata di informazioni, ma dal punto di vista di tecnici che osservano il fenomeno donativo e le esperienze di raccolta fondi.

Così abbiamo osservato nella giornata di ieri 24 agosto, le prime iniziative che sono state prese, con l’apertura di una raccolta da parte di CRI – Croce Rossa Italiana, possibile sia tramite conto corrente che online direttamente dal sito web istituzionale. L’iniziativa, ripresa immediatamente anche da molti organi di stampa è circolata moltissimo sui social (Twitter soprattutto).

A seguire, l’iniziativa lanciata sui social e da food blogger, e rivolta ai ristoratori per destinare 2 euro per ogni piatto di pasta all’amatriciana (1 euro dal cliente, 1 euro dal ristoratore), iniziativa senz’altro creativa, che richiama le origini (da Amatrice) del piatto tradizionale. Sull’impatto della raccolta naturalmente non è possibile fare stime, data la diffusione ed essendo legata forse più ad una fase emozionale dei primi giorni post terremoto.

Twitter, tra i social, è poi naturalmente stato tra i più seguiti nelle fasi immediatamente successive alle 3.36, ora della scossa principale, è si è rivelato molto interessante anche per l’appello lanciato dall’AVIS territoriale, poi rilanciato e raccontato anche dagli organi di stampa nazionali, per la raccolta del sangue. Appello che ha generato un fenomeno donativo immediato e che ha portato le stesse organizzazioni della donazione a lanciare un appello successivo per programmare la donazione (cfr. comunicato congiunto AVIS, FRATRES, FIDAS, CRI).

A seguire, tante, tantissime iniziative di raccolta promosse da organizzazioni nazionali e locali, comitati e imprese. La CEI – Conferenza Episcopale Italiana si è mossa tempestivamente annunciando uno stanziamento di un milione di euro dall’8×1000 per gli aiuti immediati e l’organizzazione di una raccolta in tutta Italia per domenica 18 settembre, modalità queste che denotano una prontezza nella risposta, ma anche la capacità pianificare in modo più organizzato una raccolta strutturata.

Non possiamo citare tutte le iniziative che in queste ore vengono intraprese dalle organizzazioni non profit italiane, sia quelle impegnate direttamente sul campo, citiamo ANPAS ad esempio, presente con i propri volontari di protezione civile, che ha lanciato una raccolta con l’apertura di un conto corrente. Come ANPAS anche molte altre associazioni hanno promosso questa modalità, benché non impegnate direttamente nella fase di soccorso e nei nuclei di protezione civile. Le Misericordie d’Italia, anch’esse presenti con molti mezzi e volontari sul campo, al momento non hanno ritenuto opportuno attivare l’apertura di un conto corrente dedicato né la raccolta di generi alimentari (da Firenze – comunicano – sono già partiti 4 camion di scorte che verranno distribuite direttamente alla popolazione grazie alla collaborazione di Unicoop Firenze), preferendo prima effettuare una verifica delle reali necessità sui territori colpiti.

Lo stesso mondo imprenditoriale si sta mobilitando. Le cronache raccontano di interventi da tutta Italia da parte di imprese che collaborano con l’invio di generi alimentari e quanto occorrente in queste prime ore. E’ senz’altro un’immagine suggestiva e di solidarietà vera (da apprezzare, quindi), ma che – senza voler aprire un capitolo polemico – denota tuttavia una mancanza di organizzazione e semmai un rischio di dispersione delle energie o di far arrivare generi non necessari in qualità o in quantità.

Non ultimo l’SMS solidale promosso dalla Protezione Civile. Su richiesta del Dipartimento della Protezione Civile stesso, d’intesa con le Regioni colpite dal terremoto e grazie agli operatori di telefonia mobile e ai media, è stato attivato il numero 45500 per la raccolta di fondi attraverso l’invio di sms del costo di 2 euro. È possibile donare anche chiamando da rete fissa lo stesso numero. Il servizio è attivato con gli operatori nazionali Tim, Vodafone, Tre, Fastweb, CoopVoce, Wind e Infostrada, TWT, CloudItalia e PosteMobile. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà – specifica la nota del Dipartimento stesso – a destinarle alle regioni colpite dal sisma.

Gli stessi media ormai – lo ricordiamo anche in occasione di precedenti calamità – si fanno promotori di iniziative di raccolta fondi. E’ ad esempio il caso del Corriere della Sera e del Tg La7 che promuovono insieme all’SMS Solidale del Dipartimento Protezione Civile anche Un aiuto subito, una specifica raccolta tramite versamento su conto corrente.

Capitolo trasparenza. Finalizzazione della destinazione dei fondi raccolti, rapidità nella erogazione e nell’impiego, realizzazione di opere concrete, raggiungimento degli obiettivi, comunicazione trasparente, sono solo alcuni degli aspetti che tutti siamo chiamati ad assicurare, organizzazioni, operatori del settore, istituzioni, media. Pur non essendo questo il tempo della riflessione e lasciando spazio all’azione, ci permettiamo tuttavia di osservare come sarebbe quantomai opportuna l’adozione non tanto di un sistema di controllo dall’alto, quanto di un codice di autoregolamentazione, tale da responsabilizzare i singoli enti che intraprendono iniziative di raccolta e garantire così una completa trasparenza a tali iniziative. Non vogliamo in alcun modo dubitare né degli enti e delle organizzazioni che abbiamo citato quali buoni esempi di iniziative di raccolta, né di tutti gli altri che in queste ore meritoriamente si sono attivati con modalità similari. Certo, crediamo che questa posizione possa essere condivisibile, la trasparenza in questo ambito è un valore e modalità che ne garantiscano una più immediata riconoscibilità da parte dei tanti donatori, non può che essere nello stesso interesse dei promotori.

Non poteva mancare il crowdfunding. Il primo che abbiamo monitorato è sulla piattaforma Eppela con un progetto della Croce Rossa Italiana – Comitato di Lucca. Il crowdfunding potrebbe in effetti essere una strategia particolarmente efficace anche per rilanciare l’attenzione e la collaborazione dal basso alla ricostruzione, magari intercettando anche donatori internazionali, specie quando i riflettori non saranno più accesi e sarà più complesso raccogliere fondi per la ricostruzione.

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