Peopleraising, quello sconosciuto!

People che cosa? Si, peopleraising, letteralmente ricerca, raccolta di persone. E’, lo sappiamo in realtà, l’insieme di strategie, programmi ed azioni che, nell’ambito dell’organizzazione di volontariato e nonprofit in genere, è diretta a strutturare la ricerca e l’accoglienza di nuovi volontari e la loro gestione nel tempo. Detto in questi termini, molti vantano di svolgere questa attività “naturalmente”, come un’attività che va di pari passo e senza comportare molti sforzi, con le attività operative e i progetti associativi.

Molti però evidenziano carenza di volontari, la difficoltà di mantenerli nel tempo. Le ricerche sociologiche, vedi ad esempio le indagini condotte dal prof. Salvini del Dipartimento dell’Università di Pisa per CESVOT (www.cesvot.it) mettono in evidenza uno scenario di trasformazione nel tempo all’interno del mondo del volontariato, con comportamenti anche inediti dei volontari, una maggiore frammentazione delle organizzazioni e una più elevata mobilità dei volontari che hanno esperienze anche multiple di volontariato così come passaggi da un’associazione ad un’altra. In un contesto che cambia, devono adattarsi quindi anche le modalità di ricerca, accoglienza e cura dei volontari.

Uno degli aspetti che stanno emergendo come innovativi, è l’applicazione di strategie di rete anche nell’ambito del peopleraising, proprio per intercettare un target divolontariato tendenzialmente più “nomade”, di carattere maggiormente esperienziale più che fortemente connotato da un punto di vista identitario.

La “rete” nel volontariato – è di recente pubblicazione un lavoro che abbiamo curato per CESVOT insieme col prof. Salvini sul “Fare rete” con quindici step pratici per costruire e sviluppare reti nel volontairato -, è una strategia che pare essere particolarmente adatta anche a generare nuovo impulso nella partecipazione volontaria, attraverso scambi, iniziative congiunte, mobilitazioni di volontari per specifici eventi o campagne ecc.

Questo tipo di approccio, peraltro già sperimentato anche in passato da organizzazioni nonprofit di carattere nazionale (es. della ricerca medica, per l’assistenza a malati terminali ecc.) laddove si sono rivolte ad organizzazioni locali per la gestione di campagne di raccolta fondi a livello territoriale attraverso la mobilitazione e il coinvolgimento di volontari “prestati” alla causa della campagna, può essere vincente anche ad esempio in contesti nei quali non esiste un gruppo volontari proprio. Prendiamo il caso di molte fondazioni che gestiscono servizi, spesso anche attraverso imprese sociali, o che devono svolgere campagne di sensibilizzazione diffusa sul territorio o, ancora iniziative di raccolta fondi. Anziché accedere alla pratica del face to face con “professionisti”, può essere una buona soluzione andare a costruire una rete sul territorio, attraverso un coinvolgimento diretto di associazioni e volontari, così come di gruppi informali. Noi lo stiamo realizzando appunto per una Fondazione, scoprendo che la dimensione della rete, sta andando così a rappresentare un asset strategico, senza il quale non sarebbe immaginabile un’azione di fundraising territoriale.

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Fare peopleraising con LinkedIn

Quando parliamo di Social Network quasi sempre la mente corre a Facebook o Twitter, i più utilizzati. Linkedin forse è quello che viene meno associato all’idea dei Social, forse per il tipo di comunicazione più formale rispetto agli altri. In effetti Linkedin è una comunità di professionisti, con poco spazio per le “leve emozionali” molto utili in altri Social.

Ma le sorprese arrhttps://www.myfundraising.it/wp-content/uploads/2020/05/Single-Post_9-Featured_img.jpg sempre inaspettate. Forse non tutti sanno che Linkedin ha un’area dedicata alle non profit, nella quale è possibile inserire offerte di ricerca di volontari per la propria associazione. I passaggi da effettuare sono semplici

1. Crea la pagina della tua associazione
2. Incoraggi i tuo volotari a sostenere la tua causa e inserire nel loro profilo la loro esperienza di volontariato
3. Pubblica un annuncio di ricerca di volontari, sfruttanto la rete professionale di Linkedin

Degli oltre 300 milioni di utenti di Linkedin, l’82% ha espresso il proprio interesse per le attività di volontariato. Le offerte di ricerca di volontari possono essere visualizzate al seguente link.

Al momento non esistono statistiche per quanto riguarda gli utenti italiani, ma come tutte le opportunità offerte al non profit (tra cui ad esempio Google Grants) pensiamo sia il caso di fare almeno un tentativo per le future campagne di peopleraising.

“Raccogli Persone” per la tua associazione!

Pianificare, progettare e realizzare la migliore campagna di fundraising possibile non sempre è sufficiente per raggiungere i propri obiettivi. Soprattutto se manca la “materia prima”  per gestire tutte le attività necessarie.

I volontari, il “capitale umano” di ogni associazione, sono più importanti di qualunque finanziamento ottenuto, perché con il loro lavoro garantiscono lo svolgimento delle attività associative e, soprattutto, delle attività di raccolta fondi.

Spesso sentiamo lamentale sulla mancanza di volontari, sulla mancanza di valori o di impegno da parte della cittadinanza. Ma quante volte le associazioni danno a loro stesse la colpa della mancanza di volontari? Quasi mai!

I potenziali volontari sono ovunque, gli stessi donatori, che hanno già dimostrato la loro sensibilità, potrebbero diventare quella risorsa tanto importante quanto rara. Ma in quanti, oltre alla richiesta in denaro, chiedono anche un aiuto concreto di qualche ora? E questo è solo il primo passo.

Una campagna di peopleraising ha come obiettivo quello di attirare volontari all’interno dell’associazione e non può essere svolta solo saltuariamente! le persone hanno tempi di coinvolgimento differenti, i rapporti umani devono essere curati, i potenziali contrasti (presenti in qualsiasi gruppo di persone) devono essere appianati.. insomma, dimentichiamoci che il volontario una volta “catturato” si possa rinchiudere in una cassaforte e “usare” sono al momento del bisogno.

Infine non dobbiamo dimenticarci di chi vuol fare il volontario ma non lo sa! Quante persone hanno una grande voglia di aiutarci, ma noi ci dimentichiamo di “comunicare” con loro, di far conoscere le nostre associazioni, di far sapere quanto è facile e bello fare il volontario.

E tu, hai già iniziato a fare peopleraising? Se vuoi possiamo parlarne insieme, scrivici ora!

Volontariato online, quanti lo conoscono?

Le nostre associazioni spesso lamentano la mancanza di volontari per le molte attività da fare, ma di questo tipo di volontariato non codificato e marginale sappiamo ben poco. Seconco un articolo pubblicato da Cristina Galasso su “Cittadini di Twitter” in Europa ben 60 organizzazioni promuovono il volontariato online, capolista la Spagna con ben 15 ONP.

In Italia le organizzazioni più importanti (e tradizionali) ignorano questo tipo di volontariato e molto spesso ne diffidano, pur utilizzandolo in molti casi nelle sue forme più semplici: “che dire del crowdfunding e di altre forme di raccolta fondi online a cui sempre più ricorrono associazioni piccole e grandi?”, scrive Cristina Galasso.

Ma quali sono le attività di volontariato che possono essere svolte online? Sicuramente tutte quelle che riguardano il web, come: gestione newsletter, forum, siti web, social media, ma anche corsi di formazione a distanza, raccolta fondi, redazione di testi e presentazioni.

“Buoni esempi di volontariato online sono Help from home o Cyber Volunteers – scrive ancora Cristina Galasso – altri sono segnalati nella ricerca di Jayne Cravens ma il più noto è senz’altro quello delle Nazioni Unite che nel 2000 ha messo a punto un vero e proprio programma di volontariato digitale a disposizione di associazioni e cittadini. Ad oggi vi hanno partecipato oltre 11mila volontari, il 58% donne, il 60% provenienti da paesi in via di sviluppo, l’età media 30 anni”.

Caso particolare in Italia è rappresentato dall’Associazione Patrizio Paoletti, che nel suo sito invita i volontari a scegliere a quale attività aderire in base alla propria disponibilità di tempo.

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